LA CITTA' DI ARIGNANO
Brevi cenni storici.
La cittadina (950 abitanti ca.), distante 22 Km da Torino e 8 km da Chieri, è inserita in un territorio pianeggiate a Sud e collinoso a Nord, cui fanno da cornice le Alpi Cozie e Graie.
Larignum (dal latino larix= larice) > Larigno > Arignano: questa la possibile derivazione del nome della città, oggetto di assedio da parte di Giulio Cesare, in marcia verso le Alpi, che pretendeva dagli abitanti i rifornimenti per le sue legioni.
Altra ipotesi è che il toponimo tragga origine dal nome di un gentilizio romano (Arenius o Arinius).
Intorno all’anno 1000 due Diplomi Imperiali a firma di Ottone III e Arrigo I attribuiscono al Vescovo di Torino Amizone la proprietà di Arignano e di altre aree, limitrofe e non.
Fu feudo della vicina città di Chieri passando successivamente, nel XIV secolo, sotto il dominio dei Savoia/Acaia, dopo aver costituito un fiero baluardo difensivo contro le orde del Capitano di Ventura Facino Cane durante la sanguinosa guerra tra i Savoia e i Marchesi di Monferrato.
Nel XV secolo la città, le terre e la Rocca divennero proprietà dei Costa della Trinità, antica famiglia chierese, cui peraltro si deve la costruzione della Villa omonima, detta anche “Villa Bianca”.
LA ROCCA
Situata in cima ad una delle colline del Monferrato, è la parte più elevata della cittadina di Arignano, che sovrasta con la sua imponente struttura.
Ben visibile da lontano, mostra innanzitutto la sua torre quadrata e merlata, cui si affianca il massiccio impianto del corpo principale.
L’attuale struttura, rivisitata architettonicamente più volte nel corso dei secoli, venne realizzata su un edificio preesistente, ormai non più riconoscibile: si fanno risalire intorno all’anno Mille le prime notizie sull’abitato della cittadina di Arignano, di cui la Rocca rappresentava un indispensabile elemento di difesa, anche se di più modeste proporzioni.
Nel XIII Secolo il Comune di Chieri, di cui Arignano era feudataria, stanziò somme di denaro destinate all’ampliamento della Rocca, con la costruzione di una torre o dongione (torre-abitazione), di cui essa era evidentemente priva.
Ulteriori successive modificazioni vennero realizzate per rafforzarne la struttura e facendole assumere una notevole rilevanza bellica non sufficiente, però, a contrastare la violenza delle milizie di Facino Cane, che la distrussero in buona parte (XIV Secolo).
Nel corso del secolo successivo intervennero ulteriori opere di consolidamento, modificandone l’impianto difensivo e portando a quattro il numero delle torri. Di esse resta in piedi solo la torre di sud-ovest, unica superstite delle evoluzioni tecnologiche delle armi da guerra (cannoni) e delle ingiurie del tempo.
Allo stato attuale, la Rocca necessita di alcuni interventi conservativi e manutentivi.
Alla decadenza della Rocca contribuì, peraltro, la costruzione nel XVIII Secolo dell’attigua Villa Bianca ad opera della famiglia dei Conti Costa della Trinità, Signori di Arignano e di altri possedimenti.
LA VILLA BIANCA
Villa Costa, detta anche Villa Bianca, venne costruita nel XIX secolo dai conti Costa della Trinità, antichissima famiglia nobiliare di Chieri legata ai Principi d’Acaja (Ludovico d’Acaja) e successivamente ai Savoia-Acaja e infine ai Savoia.
Brevi cenni sulla famiglia dei Conti Costa della Trinità.
La famiglia, della quale si hanno notizie sin dal XIII secolo, annovera illustri figure quali Luigi, membro dei consigli di guerra di Ludovico d’Acaja e Amedeo VIII di Savoia, Feudatario di Polonghera, Arignano, Carrù; il figlio Giovanni Luigi, Ciambellano di Amedeo VIII, e il figlio Bongiovanni, capostipite del ramo dei Conti di Arignano. Gianfrancesco (sec. XVI) fu Governatore di Aosta, Ambasciatore a Roma e compagno di Emanuele Filiberto nella battaglia di San Quintino, Cavaliere della Santissima Annunziata, al pari di Francesco Amedeo (sec. XVIII). Francesco Maria cadde nel corso dell’assedio di Alba; Girolamo Maria fu Maresciallo Generale e Ambasciatore in Spagna e in Francia; Luigi (sec. XVIII) fu Vicerè di Sardegna e Governatore di Pinerolo; Carlo Maurizio fu Governatore di Cuneo; Vittorio (sec. XVIII) fu Arcivescovo di Vercelli e di Torino e Cardinale; Filiberto Remigio fu Barone dell’Impero Napoleonico (sec. XIX).
La Villa fu una delle ultime dimore della famiglia.
Costruita ad Arignano in posizione prospiciente la Rocca, da cui dista circa 100 metri, ebbe grande notorietà per la bellezza e l’ampiezza delle sue sale, i cui soffitti erano, e in buona parte ancora sono, ornate da stucchi e affreschi di pregevole fattura.
Destinata ad essere la residenza estiva della famiglia, era frequentata da ospiti di alto rango della borghesia e della nobiltà piemontese. Fra gli invitati alle feste che la famiglia organizzava spiccavano i membri della famiglia Reale dei Savoia.
La casata dei Costa ebbe a che soffrire di numerosi avversità che ne decretarono il declino, cui non si sottrasse Villa Bianca: i proprietari che si successero sino ai giorni nostri attuarono diversi interventi di frazionamento.
La Villa si componeva, come detto, di numerose stanze su più livelli. La parte di maggiore interesse è quella relativa al piano terra, lato di ingresso a Est, che, in funzione del declivio su cui fu realizzata, a Ovest risulta al secondo piano.
La superficie cui facciamo riferimento è pari a ca.600 mt quadri, con affaccio su tre lati e sulla corte interna.